"Ci sono opposizioni che hanno presentato oltre 3mila emendamenti al ddl scuola. Sel e M5s hanno detto che non li ritireranno e così metteranno a rischio le assunzioni di 100mila precari, che non potranno essere assunti per colpa loro". Stavolta a dirlo, dopo Renzi ed altri ascari coloniali, è il ministro Maria Elena Boschi a "L'Intervista" di Maria Latella.
Anche questo sciacallaggio sulla pelle di 100mila precari, quando basterebbe un provvedimento ad hoc al riguardo (sempre che la UE consenta certe voci di spesa...), qualifica il governo 'Renzie'. Dalla metà degli anni Novanta (riforma Berlinguer) ad oggi, sulla scuola, sul cuore decisivo e pulsante di ogni nazione moderna, in Italia come nel resto dei Paesi UE, sta passando un rullo compressore che mira ad annichilire o comunque ridurre ai minimi termini il suo ruolo formativo e critico per le giovani generazioni. Da un lato si evita di creare "inutili aspettative" ('si vada all'estero, negli States ad esempio'...), dall'altro le si rendono più controllabili e manipolabili. Nella versione italiana il governo contoterzista di turno, Renzi, l'ha chiamata, rovesciandone la valenza, "La Buona Scuola".
Non si tratta di una deriva solo italiana, ma di una direttrice atlantica che si configura in modo chiaro quantomeno dalla metà degli anni Novanta. La scuola, per la sua ragione costitutiva, diventa assolutamente funzionale al nuovo tipo di società transatlantica del dopo Guerra Fredda. Nel settembre 1995, al Fairmont Hotel di San Francisco, sotto l'egida della Fondazione Gorbaciov, una tre giorni di dibattito tra figure del calibro di Bush senior, Margaret Thatcher, G. Schultz, T. Turner, G. Rifkin, D. Packard, John Gage, Zbigniew Brzezinski, ecc., prefigurò la società 20:80. Solo il 20% dei cittadini del mondo sarebbe stato necessario per mandarlo avanti, con il rimanente 80% da considerare "massa eccedente". Se negli anni Ottanta si era prefigurata la società in cui 1/3 dei cittadini del mondo avrebbe avuto accesso al benessere, negli anni Novanta si prefigura una società 1/5 con molta massa eccedente. Al riguardo si prospettavano riforme ancor più selvagge (rispetto all'avvio della svolta neoliberista alla fine degli anni Settanta in Gran Bretagna e USA) in tutti i Paesi del continente europeo. Negli anni ad oggi sono diventate via via realtà, per il tramite dell'Unione Europea e dei suoi Trattati, con tempi e differente grado di penetrazione. Anche la scuola/università e la necessità di avviare riforme radicali funzionali a quel tipo di progetto in tutti i Paesi dell'Unione Europea rientrarono in quella tre giorni. Poi, nello specifico, si partì poi con la Francia e con l'Italia...
“Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti. A questo scopo serve un sistema statale di buoni scuola emessi all’ordine dei genitori di un figlio in età scolare, buoni che potranno essere spesi in una scuola a scelta delle famiglie degli studenti, anche private e/o confessionali” (Milton Friedman, nobel per l'Economia 1976, in "The Role of Government in Education", 1955; Milton and Rose D. Friedman Foundation for Educational Choice ). In Italia è l' "autonomia"...